Un film di Gregg Araki. Con Haley Bennett, Thomas Dekker, James Duval, Andy Fischer-Price, Brandy Futch. «continua
Nicole LaLiberte, Natalie Alyn Lind, Kelly Lynch, Brennan Mejia, Carlo Mendez, Roxane Mesquida, Jason Olive, Juno Temple, Chris Zylka
Commedia, durata 86 min. - USA, Francia 2010. - Bim MYMONETRO Kaboom valutazione media: 3,50 su 1 recensione.
Smith vive il college con il desiderio e lo stordimento tipici dell’età, confrontandosi con la migliore amica Stella, lasciandosi sedurre dalla bella London, sognando un incontro sessuale con il compagno di stanza, Thor, e poi con il più timido Oliver. Ma un incubo lo perseguita e la sua vita cambia nel momento in cui, complice un biscotto “speziato”, ritrova ad una festa i protagonisti del suo stesso sogno, fino ad allora mai visti o conosciuti. Eventi paranormali, coincidenze inquietanti e rivelazioni incredibili sul suo passato coinvolgono sempre più a fondo il ragazzo nelle maglie di un progetto folle e pericoloso, che non minaccia solo la sua sorte ma quella dell’umanità intera.
Gregg Araki torna a inquadrare i ventenni, a colorar loro le lenti, i capelli e le labbra, con meno rabbia e meno acidità, ma col gusto che non gli è mai mancato. Soprattutto torna ad impugnare la penna, dopo aver lavorato su due soggetti non suoi, e a lasciarla correre libera, guidata dall’energia della sua fervente immaginazione.
Sgargiante e irriverente al solito, il film non si fa vettore di nessuna crociata (a)morale e trasuda un divertimento contagioso, forse il più puro e leggero che Araki si sia mai concesso. Affollato di gustose battutine insolenti, affidate per lo più alle due ragazze, Kaboom si può dire un vero e proprio elogio della libertà, tanto nello stile quanto nel contenuto, che qui sono, come è sempre bello che sia, vasi comunicanti. Araki, infatti, gioca con i propri gusti e quelli del suo pubblico di riferimento: l’alternative rock, le suggestioni lynchiane, i teen movies, la letteratura americana contemporanea, pop, a strisce o cyberpunk che sia, il lato easy della sessualità ma anche il suo versante trash e risibile e persino quello tenero e passionale. La parola d’ordine è piacere: del fare, del mostrare, del vedere. Piacere dell’azione e dell’assurdo, del visionario e del cinefilo. Piacere che quando raggiunge l’apice fa “kaboom!”.