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    fonte google
    Sono troppe poche le ragazze italiane correttamente informate sulla contraccezione. Troppi falsi miti e leggende intorno all’educazione sessuale, motivo per cui il numero degli aborti tra le adolescenti è ancora molto alto.

    Questa è la fotografia scattata dalla Gfk Healthcare che ha condotto un’indagine su 9 mila donne con età tra i 20 e i 30 anni, residenti in 17 paesi, 500 di queste erano italiane.

    Oggetto di discussione al congresso della Società europea sulla contraccezione (Esc) che si svolge a Lisbona, quello che è emerso è che le bufale intorno alla contraccezione sembrano avere facile accesso tra le giovani donne.

    Ad esempio, per il 7% delle intervistate la Coca Cola ha proprietà spermicide. Ancora, un terzo esprime la convinzione che sia impossibile rimanere incinta con il primo rapporto, mentre per il 10% basta un bacio per procurare una gravidanza. Il coito interrotto, uno dei sistemi più utilizzati e più insicuri, per il 31% delle giovani donne rappresenta un metodo contraccettivo valido e sicuro.

    Insomma, non ci siamo. Basti pensare che solo una ragazza su cinque ha affrontato l’argomento contraccezione con il proprio medico e solo il 16% ritiene di essere sufficientemente informata sui metodi contraccettivi.

    Per la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) c’è poca informazione e ciò causa ancora un alto numero di aborti tra le ragazze.

    Per il presidente della Sigo, Paolo Scollo, c’è bisogno di maggiore informazione “sia dal punto di vista medico che sociale”.

    La Sigo sta infatti preparando un progetto che sarà presentato al ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini e che mira a “far entrare il tema stabilmente nel curriculum scolastico già alle medie, formando anche gli insegnanti", ha spiegato Scollo.

    I ginecologi italiani non hanno perso l’occasione e dalla platea di Lisbona hanno lanciato un appello al parlamento europeo affinché l’educazione sessuale sia introdotta come insegnamento obbligatorio in tutti i Paesi Ue.

    In Italia, infatti, non è una materia obbligatoria per legge è ciò produce troppa ignoranza che è alla base del numero elevato di interruzioni di gravidanza tra le adolescenti.

    Secondo il documento prodotto dall’Ufficio Regionale OMS per l’Europa (2010), l’educazione sessuale come materia scolastica curriculare ha una storia iniziata oltre 50 anni fa.

    Il primo paese ad introdurla fu la Svezia nel 1955, seguì la Germania nel 1968. Nel 1970 fu il turno dell’Austria, della Svizzera e dell’Olanda. Gradualmente seguirono la Francia, l’Inghilterra, Portogallo e Spagna. Nel 2003 anche in Irlanda, paese dove l’opposizione religiosa è molto forte, la materia divenne obbligatoria nelle scuole primarie e secondarie.

    “In vari altri stati dell’Europa – si legge nel documento - lo sviluppo dell’educazione sessuale ha subito di recente un rallentamento per l’emergere del fondamentalismo (politico, culturale e religioso) in diversi ambiti della vita pubblica”.
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