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Netflix, aumento del costo

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    Netflix, aumento del costo dell’abbonamento in Italia

    Invariato il costo del piano Base, rincaro sostanziale sul piano Standard (abbonamento due schermi) e piano Premium (quattro schermi)

    di Marina Pierri




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    Netflix aumenta le sue tariffe. Il rincaro, già avvenuto negli Usa, dal 20 giugno tocca ufficialmente anche all'Italia. Nessuna variazione per chi sia abbonato al piano Base che prevede un solo schermo e definizione standard dell'immagine (7,99 euro al mese) mentre chi ha preferito il piano Standard che prevede la visione su due schermi con HD e quello Premium con quattro schermi con UHD dovrà aprire un altro po' il portafogli.






    I rincari

    I cambiamenti tariffari saranno applicati immediatamente a tutti i nuovi utenti che si abboneranno al servizio; gli utenti già iscritti, invece, riceveranno una notifica via e-mail e all'interno dell'app Netflix con almeno un mese di anticipo rispetto all'applicazione dei nuovi prezzi. Questo consentirà la possibilità di disdire il proprio abbonamento per tempo a chiunque lo desideri. Dicevamo che il piano base non cambia. Queste invece le modifiche agli altri piani:
    piano Standard (due dispositivi alla volta e, se disponibili, Hd e Ultra Hd): il costo dell’abbonamento aumenta di un euro. Si passa da 10,99 euro a 11,99 euro
    piano Premium (quattro dispositivi alla volta e, se disponibili Hd e Ultra Hd): il costo dell’abbonamento aumenta di due euro. Si passa da 13,99 euro a 15,99 euro.
    Ricordiamo anche che da qualche mese Netflix ha tolto la possibilità in Italia di usufruire del primo mese gratuito.


    Perché i rincari

    Netflix si prepara ad affrontare il momento potenzialmente più complesso della sua storia. Mentre Disney+, AppleTv+ e Apple Channels (la piattaforma che radunerà i vari servizi di streaming dove Netflix non sarà presente) occhieggiano all'orizzonte; Hulu e il nuovo WarnerMedia si preparano a un potenziale rilascio internazionale; la fusione tra compagnie (si vedano gli accordi Disney-Fox e quelli Sky-Comcast) genera nuovi conglomerati mediatici giganteschi la compagnia di Reed Hastings deve pensare al futuro. E allacciare le cinture in uno scenario che, finora, non è mai stato così competitivo. Il rischio è reale: l'azienda di Los Gatos lo scorso aprile contava un debito di dodici miliardi, e mentre ciascun broadcaster o quasi si lancia nell'agone con la propria piattaforma sorge anche il problema delle licenze dei titoli che vengono via via sottratti al catalogo (da qui la necessità di accumulare contenuti originali e senza costi sul lungo termine). Non meraviglia, dunque, la necessità di battere cassa.


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    I contenuti originali internazionali

    Risale a qualche tempo fa la notizia che Netflix avrebbe stanziato 200 milioni per i contenuti originali italiani. I risultati sono già visibili: sono state annunciate tre nuove produzioni cui si aggiungono Suburra (due stagioni all'attivo) e Baby (una stagione all'attivo e la seconda in arrivo in autunno). Si tratta di Curon, thriller sovrannaturale ambientato nel nord Italia che vedrà protagonista una madre di ritorno al suo paese natale dove l'attendono verità scomode; Tre metri sopra il cielo, adattamento televisivo del romanzo omonimo di di Moccia; e Fedeltà, altro adattamento dal romanzo candidato al premio Strega di Marco Missiroli. E a questi titoli, non c'è dubbio, se ne aggiungeranno altri. Il problema di Netflix resta il paradosso del pioniere: ha aperto la pista, e una volta dissodato il terreno tantissimi seguono e seguiranno le sue orme. È lecito, se non garantito, pensare che presto anche i nuovi competitor quali Disney+ e AppleTv+ avranno un roll out internazionale con contenuti dedicati nati in seno all'industria nostrana. E lo stesso vale per tutti gli altri paesi.


    Le conseguenze per gli utenti

    Mentre il mese di prova gratuito è stato ufficialmente sospeso e gli smart download (utilissimi) restano attivi, con il rincaro delle tariffe Netflix offre un assaggio del futuro più eloquente di quanto si sia portati a immaginare. I prossimi mesi potrebbero rivelarsi esosi per gli appassionati di serie tv e film, dal momento che ciascuno punterà a produrre il contenuto «must» che, da solo, valga il prezzo dell'intero abbonamento. La strategia non è nuova alla compagnia di Los Gatos che è riuscita a scalare le montagne grazie all'enorme successo di alcuni suoi originali: si pensi alla fama globale di Stranger Things (di ritorno il 4 luglio con la sua terza stagione) e La casa de papel (la terza stagione il 19 luglio) che a oggi, per tanti versi, restano i suoi prodotti-bandiera sul fronte statunitense ed europeo. Quanto spenderemo nel 2020, quando - con ogni probabilità - anche Disney ed Apple si faranno largo nelle nostre case andando ad aggiungersi a Sky o NowTv, Amazon Prime Video, Timvision e tutti gli altri? Essere spettatori fedeli potrebbe, presto, costare piuttosto caro.
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