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    Salute Mentale, soffrono di disturbi 17 milioni di persone in Italia: attenzione all’adolescenza

    Le patologie sono destinate a superare per incidenza le malattie cardiovascolari, attualmente al primo posto. Il nostro Paese è ventesimo in Europa per la spesa dedicata









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    Pubblicato il 09/10/2018

    nicla panciera





    Si celebra il 10 ottobre in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Salute Mentale, indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e quest’anno dedicata ai giovani e agli adolescenti. Secondo l’Oms i disturbi mentali sono destinati a superare per incidenza le malattie cardiovascolari, attualmente al primo posto, e in Italia ne soffrono 17 milioni di persone.


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    La metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni, ma nella maggior parte dei casi non vengono rilevate, o vengono sottovalutate. La malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è la depressione: forme depressive o ansiose interessano il 10% dei giovani tra i 15 e i 29 anni. Un altro dato spaventoso è che il suicidio in questa fascia d’età è la seconda causa di morte.

    In Europa il 38% della popolazione soffre di una malattia mentale: complessivamente costituiscono il 23% del Global Burden of Disease.
    I disturbi psichici rappresentano il 30% di tutte le disabilità e hanno un impatto pesante sulla quantità di vita e sulla sua qualità con gravi ripercussioni sul piano personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo.

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    L’ADOLESCENZA
    Alcuni periodi della vita meritano una particolare attenzione e l’adolescenza è uno di questi. Quindi, è molto importante occuparsi di questa fase di passaggio, via di accesso all’età adulta, in cui si forma la personalità dei ragazzi. Si tratta di una transizione psicologica, neurologica e cerebrale: l’adolescenza è, infatti, un periodo cruciale in cui si acquisiscono competenze cognitive, relazionali, si impara a gestire lo stress e le aspettative.

    «Il passaggio verso l’età adulta e la strutturazione di una modalità di funzionamento affettivo, cognitivo, relazionale che rimarranno sostanzialmente stabile resto della vita, sono possibili grazie alla trasformazione corporea e alla maturazione dei sistemi nelle biologici che darei via alle transizioni psicologiche e di ruolo» scrivono Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze e salute mentale all’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano e Giovanni Migliarese Responsabile Centro ADHD e Disturbi Neuroevolutivi età adulta nel loro libro «Quando tutto cambia: la salute psichica in adolescenza».

    LA TECNOLOGIA
    «Stiamo parlando di una platea ampia di ragazzi su cui sarà costruito il nostro futuro – spiega Claudio Mencacci, past president della Società Italiana di Psichiatria – e non possiamo dimenticarcelo quando affrontiamo certi argomenti. Non possiamo non chiederci quindi come incidono le trasformazioni sociali e tecnologiche sulla salute psichica dei giovani. È evidente che vi sono delle specificità che possono essere evidenziate nel funzionamento psichico e cognitivo dei cosiddetti “nativi digitali”, iper-connessi, iper-tecnologici. Cosi come è evidente che vi sono dei rischi specifici a cui i ragazzi di oggi sono particolarmente esposti e che potranno portare a conseguenze sul loro benessere psichico futuro».

    Infatti, accanto a fattori ubiquitariamente riconosciuti (sostanze stupefacenti, stress, maltrattamenti e violenza, abusi) negli ultimi anni sempre più attenzione è stata posta al possibile ruolo della tecnologia che fa perdere il sonno, che spesso riempie ogni momento vuoto della vita dei giovani e che «spinge verso l’implementazione di modalità attentive differenti.

    Abbiamo necessità di maggior flessibilità e rapidità. Anche la memoria è influenzata dallo sviluppo tecnologico e l’informazione orizzontale ipertrofica che richiede uno sforzo cerebrale attivo di filtro. Un costante stato di allerta che stanca il cervello. Questo porta a più stress e patologie stress correlate, ansia, insonnia e dipendenza» spiega Mencacci, che sottolinea come queste dinamiche abbiamo anche portato all’«interruzione della spontanea catena di trasmissione generazionale delle informazioni, agendo anche a livello sociale profondo».

    BENESSERE
    Per l’Oms la salute mentale è «uno stato di benessere in cui ogni individuo possa realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e fruttuosa e apportare un contributo alla propria comunità». In Italia oggi vivono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni, il 10% dice di non sentirsi particolarmente bene (dati ISTAT), di essere insoddisfatti della propria vita familiare, affettiva e della salute.

    «800mila ragazzi mostrano segnali di grave e globale insoddisfazione della propria vita e bisogna prestare attenzione a eventuali segnali di disagio» spiega Mencacci. La prevenzione della malattia mentale inizia con l’essere consapevoli e con la comprensione dei segni premonitori e dei sintomi.

    «Gli investimenti da parte dei governi e il coinvolgimento dei settori sociale, sanitario e dell’istruzione in programmi completi, integrati e basati su dati concreti per la salute mentale dei giovani sono essenziali – fanno sapere dall’Oms. - Questo investimento dovrebbe essere collegato a programmi per sensibilizzare adolescenti e giovani adulti sui modi di prendersi cura della propria salute mentale e per aiutare coetanei, genitori e insegnanti a sapere come sostenere i propri amici, bambini e studenti. Questo è l’obiettivo della Giornata mondiale della salute mentale di quest’anno».

    IL RISCHIO NUOVE SOSTANZE
    Il mondo che cambia è anche il mondo delle nuove sostanze d’abuso, dell’offerta sempre più varia e a basso costo di nuove molecole ad azione psicotropa i cui effetti a lungo termine sono ancora poco noti, ma i dati sono estremamente allarmanti. Dati molto più solidi riconoscono invece gli effetti dell’utilizzo di alcolici e del fumo sul benessere psichico e fisico dei giovani.

    «Le sostanze d’abuso – spiega Bernardo Carpiniello, presidente della SIP e direttore della cattedra di psichiatria all’università di Cagliari – sono dei veri e propri detonatori rispetto ai disturbi mentali: l’esordio sempre più precoce del disturbo bipolare, che nel 40% dei casi oggi si colloca fra il 15 e i 19 anni, è in parte correlata all’uso di psicostimolanti, mentre l’uso di cannabis, soprattutto di quella ad alta potenza, aumenta di 3 volte il rischio di sviluppare la schizofrenia nei soggetti predisposti.

    Di fronte a tutti questi rischi è importante considerare l’adolescenza come un periodo sensibile, da tutelare e proteggere, permettendo che ragazzi che mostrano segnali di sofferenza psichica possano essere aiutati per tempo, con competenza e passione. La salute mentale nel terzo millennio, il tema del prossimo 48° Congresso Nazionale di Psichiatria a Torino, passa proprio da qui».

    «DOVE SONO FINITI I SOGNI DI BASAGLIA»
    L’Italia è stato uno dei Paesi pionieri nell’ambito della salute mentale. La Legge 180 è stata una grande innovazione che ha saputo proporre una serie di servizi alternativi ai manicomi: dai Dipartimenti ai Centri di salute mentale ai Servizi psichiatrici di diagnosi e cura. Al giorno d’oggi, però, la situazione a livello nazionale è disomogenea. Ed è anche una questione di risorse: l’Italia è ventesima in Europa per la spesa dedicata alla salute mentale. È il 3,5% della spesa sanitaria totale, mentre – solo per fare degli esempi - in Germania, Inghilterra o Francia oscilla attorno al 10-15%.

    L’adeguatezza delle risorse dei servizi di salute mentale aumenterebbe l’efficacia della risposta ai bisogni di salute. In occasione della Giornata Mondiale, Erickson organizza una mostra fotografica che intende raccontare la situazione della salute mentale in Italia a quarant’anni della Legge 180, meglio nota come legge Basaglia dal nome dello psichiatra veneto simbolo della chiusura dei manicomi, e che fu approvata dal Parlamento il 13 maggio 1978.

    L’iniziativa parte dalla volontà di capire se l’eredità della rivoluzione avvenuta alla fine degli anni Settanta sia stata raccolta e sviluppata. Il fotografo Alessio Coser e il giornalista Jacopo Tomasi, con questo obiettivo, hanno viaggiato in sei città italiane tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, raccogliendo storie, visitando luoghi, parlando con psichiatri, utenti, infermieri, educatori, volontari, familiari.

    «Abbiamo incontrato realtà molto diverse tra loro», spiegano Coser e Tomasi. «Luoghi in cui la solitudine e la sofferenza sono ancora molto presenti, altri in cui si percepiscono la voglia di cambiare, di affrontare la malattia mentale con spirito di partecipazione. Un’Italia che, nell’ambito della salute mentale, viaggia a tante velocità diverse».

    «Dove sono finiti i sogni di Basaglia? 40 scatti 40 anni dopo la legge che ha chiuso i manicomi» è proprio il titolo del progetto che sarà esposto all’interno dell’iniziativa «Robe da Matti», la Settimana della Salute Mentale organizzata dalla Asl di Torino dall’8 al 14 ottobre. La mostra sarà esposta nell’arco della settimana presso L’Arteficio Art Factory in via Bligny 18/L. Martedì 9 ottobre, alle 15, è previsto un dibattito con gli autori Alessio Coser e Jacopo Tomasi.

    SERVIZI PER LE DONNE
    In occasione della giornata del 10 ottobre, Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, coinvolge gli ospedali con i Bollini rosa e i presidi dedicati alla salute mentale per offrire servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi alla popolazione femminile. Per vedere quali centri offrono servizi gratuiti visitare questo sito: www.bollinirosa.it
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