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    fonte r.it
    Hayden, la storia del gregario divenuto campione: "A 3 anni sognava il Mondiale"

    Il padre racconta il figlio Nicky: "Per farlo addormentare gli raccontavo dei grandi motocilcisti". Un bambino americano con un grande sogno: "La gente mi diceva che aveva una chance su 10 milioni". Capirossi: "Vinse perché più forte"
    di MASSIMO CALANDRI
    22 maggio 2017




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    Hayden commosso dopo il titolo del 2006 (ansa)
    ROMA - Earl Hayden, che è stato un pilota e gli aveva lasciato in eredità il numero 69, raccontava del figlio Nicky: "Quando aveva 3 anni, per farlo addormentare invece delle favole gli raccontavo dei grandi motociclisti: Wayne Rainey, Freddie Spencer, Kenny Roberts... Voleva diventare campione del mondo, la gente mi diceva: ha una probabilità su 10 milioni di farcela". Il padre in questi giorni ripeteva la storia, come a dire: 32 anni dopo, ha di nuovo una probabilità su 10 milioni. "Ma se ce l'ha già fatta una volta, può succedere ancora". Invece. Nicky Hayden se n'è andato com'era solito fare: con un sorriso, senza disturbare. Ha aspettato che i suoi amici si sfidassero in una delle più spettacolari gare degli ultimi anni, a Le Mans. E il giorno dopo - sottovoce - ha detto addio. Pilota figlio di piloti, perché anche la mamma correva in pista: "Papà l'ha sposata apposta: voleva i bambini più veloci del mondo". Hayden, Calandri: ''Un bravo ragazzo nato per correre, anche la mamma era pilota''


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    Gli piaceva tanto raccontare e ridere di questa storia insieme ai due fratelli: Roger Lee (qualche gran premio in MotoGp e Superbike) e Tommy, che nel fine-settimana lo aveva seguito in Italia per assistere alla gara di Imola valevole per il campionato Sbk insieme alla fidanzata di Nicky, l'attrice Jacqueline Marin, protagonista di una seguitissima fiction americana ("Tequila's Sisters"). Numero 69 come il padre, Nicky è stato l'ultimo pilota Usa ad aver vinto un titolo mondiale nella cosiddetta classe "regina". Un ragazzo di talento, coraggioso. "Un gran pilota, ma soprattutto uno sempre sorridente. Sereno", dice Valentino. Addio Hayden: sui social l'ultimo saluto al pilota di Superbike
    Un stile di guida e di vita molto "cowboy", avventuroso e leale. Nel 2003 aveva esordito in MotoGp con la Honda proprio accanto a Rossi. "E' veramente in gamba", aveva ammesso il pesarese, dopo i 2 podi dell'altro. Poi un anno accanto a Barros, un altro vicino a Biaggi. "Il perfetto gregario", spiega il manager Carlo Pernat. "Gregario nel senso più nobile del termine: sapeva far correre bene la moto, dava ai meccanici i consigli giusti. Instancabile: in grado di fare anche 100 giri al giorno durante i test". Nicky Hayden investito in bici a Rimini: il luogo dell'incidente
    Un gregario che 11 anni fa si era preso la soddisfazione più bella, meritandosi il titolo con 2 gran premi vinti ma soprattutto tanti piazzamenti: il mondiale che il Doc ha perso all'ultima gara, ma anche per Loris Capirossi quella poteva essere la volta buona. "La verità è che vinse il migliore: Hayden. Un amico, prima che un avversario", racconta Capirex. Maverick Vinales ieri pomeriggio gli aveva dedicato la vittoria: "E' per te, recupera presto". In questi giorni a Le Mans nessuno aveva voglia di sorridere. Tutti i pensieri erano per lui. "Uno che dava tutto sé stesso, che fa parte della nostra storia", dicono alla Ducati. Con Borgo Panigale aveva passato 5 stagioni, poi ancora 2 anni alla Honda prima di accettare il passaggio alla Suberbike. "A 34 anni, dopo un brutto incidente e senza risultati, non puoi permetterti di scegliere: prendi quel che ti danno". Modesto, umile. Nel 2016 un paio di apparizioni in MotoGp per sostituire Jack Miller, quest'anno 10 prove in Sbk con 3 ritiri. Due settimane fa a Imola era caduto, poi nella seconda gara aveva chiuso 12°. "Ma non mi lamento", si era congedato con un sorriso. Ciao Nicky. Hayden, l'ultimo selfie prima dell'incidente
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