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Smartphone o GPS classico: quale conviene?

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  • Smartphone o GPS classico: quale conviene?

    Tutti gli smartphone hanno il GPS integrato di serie e ormai abbondano applicazioni di navigazione gratuite: conviene ancora quindi comprare un navigatore separato? Scopriamolo assieme.



    L'estate è ormai cominciata e molti sono in procinto di fare le valige per qualche meta più o meno esotica. Tra gli accessori più utili e indispensabili, specie per chi si deve recare all’estero, c’è sicuramente il navigatore. Va detto, però, che ormai quasi tutti gli smartphone integrano un’antenna GPS e molti produttori pubblicizzano i loro dispositivi come “navigatori gratuiti”. Verrebbe quindi da pensare che il navigatore esterno non sia più necessario, ma non è tutto oro quello che luccica.
    Dovendo usare le mappe all’estero, in molti avranno probabilmente pensato a Google Maps, soluzione gratuita e disponibile per tutte le maggiori piattaforme. Peccato che per poter funzionare abbia bisogno di una connessione dati costante: nessun problema se si è in Italia e si ha un piano dati adeguato (che in genere costa pochi euro a settimana), un po’ più problematico se ci si trova all’estero. I costi per il traffico dati in roaming, infatti, non sono per nulla confrontabili con quelli del traffico effettuato sul territorio italiano. Va inoltre detto che in Google Maps non è possibile fare navigazione turn-by-turn (ovvero con precise indicazioni di dove svoltare) né avere una guida vocale come la stragrande maggioranza dei GPS esterni: l’uso in macchina diventa quindi proibitivo.
    Per provare a ovviare a questo limite, Google ha reso disponibile gratuitamente (ma solo per Android 2.1) una versione “potenziata” di Google Maps, chiamata Google Maps Navigation. Questo programma attinge alla sconfinata cartografia di Google Maps, aggiungendo però la navigazione turn-by-turn e le indicazioni vocali. Detta così sembrerebbe la soluzione ideale, ma anche in questo caso è necessario un accesso alla rete. È vero che Google Maps Navigation può salvare in memoria le mappe del percorso che si vuole fare, di modo da poterlo scaricare quando si è connessi in Wi-Fi (oppure in Italia) e poi riutilizzare anche offline, ma è altrettanto vero che spesso il percorso non è noto a priori. Cosa succede poi se ci perdiamo in una città straniera, in un punto della mappa che non faceva parte del percorso originale?
    Un altro esempio è Waze, il navigatore satellitare "sociale" in cui le mappe vengono generate dagli utenti. È gratuito, è disponibile per quasi tutte le piattaforme (iPhone, Android, Symbian, Windows Mobile e, ancora in fase beta, Blackberry), ma anche lui ha bisogno di una connessione dati attiva.
    Chi sembra aver effettivamente centrato il problema è invece Nokia, che ha reso gratuito per alcuni suoi smartphone le Ovi Maps, una soluzione davvero completa e ben fatta. Con Ovi Maps è infatti possibile scaricare sullo smartphone l’intera cartografia mondiale (o quella dei Paesi che ci interessano), di modo da poterla poi usare in qualsiasi parte del mondo ci si trovi, senza bisogno di accedere alla rete dati. È inoltre possibile utilizzarlo come navigatore vero e proprio grazie alla navigazione turn-by-turn e alle istruzioni vocali. Il problema di Ovi Maps è che non tutti i dispositivi sono supportati, soprattutto quelli con qualche anno sulle spalle.
    L’alternativa a questi sistemi gratuiti sono ovviamente le applicazioni a pagamento, disponibili per quasi tutte le piattaforme e in varie fasce di prezzo. Per iPhone, soprattutto, esistono le applicazioni ufficiali dei più famosi navigatori per auto, ma costano quasi quanto un navigatore di fascia bassa.
    C’è poi un’altra questione da affrontare quando si è all’estero e che è indipendente dal tipo di smartphone o navigatore che si utilizza. Stiamo parlando dell’Assisted GPS (A-GPS), ovvero quella tecnica che consente di velocizzare (e non poco) il calcolo della posizione. Per poter funzionare, però, ha bisogno di scambiare dati con un server esterno, di conseguenza generare traffico in roaming. È vero che si tratta di pochi KB, ma molti operatori applicano scatti da 10 o 100KB, alzando quindi il costo della singola connessione da qualche centesimo a qualche euro. Certamente si può utilizzare la funzione navigatore anche senza l’A-GPS, in questo caso però il tempo necessario perché lo smartphone agganci il segnale può essere piuttosto lungo a seconda del modello di telefono.
    In sostanza, non tutti navigatori “gratuiti” per smartphone sono effettivamente tali, soprattutto quando ci si sposta all’estero. Per fortuna gli operatori bloccano il traffico dati in roaming a un massimo di 50 euro (soglia comunque personalizzabile dal cliente), altrimenti il rischio di vedersi prosciugare il conto corrente per un viaggio di qualche ora sarebbe stato più che concreto. Il consiglio è quindi quello di optare per una soluzione che permetta di avere le mappe salvate in locale, anche se questo tipo di soluzione in genere ha un costo (non indifferente). Bisogna inoltre calcolare che, se si intende utilizzare lo smartphone in macchina, è bene munirsi di un supporto adeguato per agganciarlo al parabrezza; per non parlare del caricabatterie da auto, indispensabile se si affrontano viaggi lunghi. In quest’ottica, il caro vecchio navigatore non è più così “vecchio”, ma neanche così "caro"; sicuramente non rischia di regalare brutte sorprese. D’altro canto, però, la comodità di avere con sé un solo dispositivo che svolga le funzioni di entrambi non è da mettere in secondo piano.
    E voi cosa preferite? Meglio un navigatore separato oppure preferite avere solo lo smartphone?
    DDAY
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