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La Juve ha sempre fame, suo il Berlusconi

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    A sei giorni dall'inizio del campionato i bianconeri conquistano per la decima volta l'ormai classico torneo estivo, dimostrando di essere in palla. Marchisio, Vidal e Matri rendono inutile la doppietta di Robinho mentre Cassano, nemmeno avvistato a San Siro, è sempre più vicino all'addio.






    La Juve ha sempre fame, suo il Berlusconi
    A sei giorni dall'inizio del campionato i bianconeri conquistano per la decima volta l'ormai classico torneo estivo, dimostrando di essere in palla. Marchisio, Vidal e Matri rendono inutile la doppietta di Robinho mentre Cassano, nemmeno avvistato a San Siro, è sempre più vicino all'addio.
    Scritto da Fabio FAVA (Twitter: @fabiofava11) | Eurosport – 3 ore fa



    Dopo la Supercoppa Italiana, il Trofeo Berlusconi. Come recita l'adagio, non è tanto importante il peso specifico della coppa quanto l'abitudine a sollevarla e in questo la Juventus del binomio Conte-Carrera (almeno fino a domani, casomai ci fossero sviluppi sulla vicenda legata alla squalifica del tecnico pugliese) ha ripreso esattamente dove aveva lasciato, ossia vincendo. Il vernissage di San Siro è bianconero per la decima volta in una storia iniziata nel lontano 1992 e, scaramanzie a parte, può considerarsi foriero di ottime indicazioni, con il countdown all'inizio del campionato che recita soltanto meno sei. La Juventus è più avanti nella preparazione ma a spiegare il divario evidenziato nei confronti del Milan non basta, i bianconeri hanno aggiunto consistenza ad una base solida mentre il Milan è ancora creta che Allegri deve plasmare, in un modo o nell'altro e con poco, pochissimo tempo a disposizione.

    FARAONE OUT, FANTANTONIO CIAO? - La serata sinistra, il tecnico livornese la intuisce ben prima dell'arrivo allo stadio, dove si presenta senza Stephan El Shaarawy, vittima di una colica renale fortunatamente senza strascichi nell'immediato, e soprattutto senza Antonio Cassano, rimasto addirittura a Genova e sempre più lontano dal Milan, almeno quanto sembra vicino all'altra sponda del Naviglio, quella nerazzurra. Il briefing notturno voluto da Berlusconi servirà per chiarire anche e soprattutto la posizione di Fantantonio, a questo punto certamente lontana da Milanello.

    Per ovviare alle due assenze, Allegri maschera il tridente scegliendo Emanuelson e Robinho larghi con Boateng nel ruolo di finta punta centrale. Senza Buffon, Pirlo e Chiellini in vista dell'esordio contro il Parma, Carrera cuce a Pogba i panni del metronomo e conferma Marrone centrale nel pacchetto difensivo, con Giovinco preferito a Matri come spalla di Vucinic.

    ROBINHO ILLUDE, LA JUVE ESCE ALLA DISTANZA - La velocità di Robinho mette in difficoltà il macchinoso Lucio, l'idea di costringere all'uno contro uno forzato i tre difensori della Juve ha un senso e dopo nove minuti il Milan passa grazie ad uno scambio in velocità innescato da Flamini, rifinito dal palo e concluso proprio dal brasiliano, lesto ad anticipare un disattento Storari e a batterlo con il tap-in. Neanche il tempo di ragionarci sopra e la Juve pareggia: precisissimo il cross di De Ceglie a tagliare sul primo palo, Marchisio sfrutta l'indecisione di Abate e fredda Abbiati.

    I bianconeri sono un diesel e poco dopo la mezz'ora Mirko Vucinic sciorina la propria facilità di calcio colpendo la traversa da fuori area, praticamente da fermo. Marchisio gioca tra le linee, spesso prova e trova la verticalizzazione o il dialogo con Giovinco, il Milan finisce per provarci solo con qualche conclusione da fuori area. A pochi minuti dall'intervallo è Arturo Vidal a mettere la freccia: servito splendidamente da un lancio in profondità, fa sedere Yepes con l'aggancio e infila il portiere avversario sul primo palo.

    TANTI CAMBI, QUALCHE LAMPO - La Juventus che mette la testa fuori dagli spogliatoi è diversa per otto undicesimi, ad eccezione di Marrone, Barzagli e Storari mentre Allegri prova a gettare nella mischia De Sciglio e soprattutto Pato nel tentativo di accendere la miccia. Ma il Papero, sei mesi dopo l'ultima gara giocata proprio contro la Juve, sempre a San Siro, non va oltre una blanda sgambata, completamente avulso dalla manovra comunque farraginosa di un Milan confusionario.

    I rossoneri starebbero cercando un centravanti, si è parlato anche di Matri e proprio l'ex cagliaritano, prodotto del vivaio del Diavolo, entra nel match con il gol del 3-1, sfruttando al meglio un assist di Giaccherini. A rendere meno amara la pillola ci pensa ancora una volta Robinho, forse il più in forma dei suoi anche per merito della costituzione fisica, bravo a procurarsi e a trasformare il rigore concesso per atterramento di Masi. Da valutare gli infortuni che hanno costretto i due laterali destri, Lichtsteiner e Abate, a lasciare il campo.

    Finice 3-2, la Juventus dimostra di avere già impostato il navigatore nella stessa strada intrapresa l'anno passato, per il Milan il percorso è di certo meno agevole.


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