Secondo quanto rivelato dal Finanzial Times, alcune delle più importanti aziende che operano sul web, con in testa Google, Microsoft e Amazon, starebbero pagando gli sviluppatori di AdBlock Plus affinchè il servizio non filtri le loro pubblicità.
Il ragionevole dubbio è motivato dal fatto che gli utenti AdBlock Plus hanno trovato nei risultati di ricerca di Bing e nel box dei "siti raccomandati" di Taboola i banner ed i comunicati pubblicitari che prima venivano filtrati, allo stesso modo gli utilizzatori del motore di ricerca Google ed in genere la rete pubblicitaria di Big G che da qualche tempo è stata inserita in una sorta di whitelist della popolare estensione per Chrome e Firefox che, in passato, permetteva di rimuovere tutti i banner pubblicitari dai siti web.
Eyeo, lo sviluppatore di AdBlock Plus, aveva già parlato di mettere in whitelist alcuni messaggi pubblicitari inserendoli in un programma che gli utenti potevano accettare o meno, tale programma consisteva nel mostrare quegli spot non troppo aggressivi e quindi tollerabili motivando la scelta sull'accettabile considerazione che buona parte dei siti sopravvivono grazie agli introiti pubblicitari.
fonte: hdblog
Il ragionevole dubbio è motivato dal fatto che gli utenti AdBlock Plus hanno trovato nei risultati di ricerca di Bing e nel box dei "siti raccomandati" di Taboola i banner ed i comunicati pubblicitari che prima venivano filtrati, allo stesso modo gli utilizzatori del motore di ricerca Google ed in genere la rete pubblicitaria di Big G che da qualche tempo è stata inserita in una sorta di whitelist della popolare estensione per Chrome e Firefox che, in passato, permetteva di rimuovere tutti i banner pubblicitari dai siti web.
Eyeo, lo sviluppatore di AdBlock Plus, aveva già parlato di mettere in whitelist alcuni messaggi pubblicitari inserendoli in un programma che gli utenti potevano accettare o meno, tale programma consisteva nel mostrare quegli spot non troppo aggressivi e quindi tollerabili motivando la scelta sull'accettabile considerazione che buona parte dei siti sopravvivono grazie agli introiti pubblicitari.
fonte: hdblog

